Dicono di “Torna fra Nove mesi”… – Evelina Nazzari

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Dicono di “Torna fra Nove mesi”…

 

Teatro Italiano – Torna tra nove mesi @ Teatro Sala Uno – Roma

Uno spettacolo davvero da non perdere quello

che il regista Angelo Libri porta in scena al Teatro Sala Uno di Roma: Torna tra nove mesi

è un testo forte, importante, di grande profondità e di grande effetto, coraggioso nella sua

espressione e struggente nella sua infinita tristezza.

Maria Evelina Buffa è l’autrice di questa bellissima e durissima pièce, che bene analizza

l’animo umano attraverso un vivo sguardo di tragicomica realtà e che racconta il dolore più

grande che si possa immaginare, cioè la perdita di un figlio, nella sua innaturale tragedia.

Un dolore che sembra impossibile comprendere e raccontare, che impedisce di immaginare

un futuro, che rende ogni cosa futile e vana. Attraverso il sarcastico e graffiante racconto

del loro dolore e la speranza di poter ipotizzare un futuro migliore, le due strepitose ed

intense attrici, Evelina Nazzari e Maddalena Recino, si muovono sulla scena realizzata da

Lodovica Cantono Di Ceva con maestria e precisione, misurando passi e gesti, sapendo

trasmettere i loro passaggi mentali interiori: due donne che tentano di dare un senso a

qualcosa che senso non ha, provando a riemergere da un dolore immenso, consapevoli che

nessuno può capire senza aver provato una lacerazione così profonda e, quindi,

tragicamente consapevoli della loro esclusione dal mondo e della loro solitudine.

Non c’è spazio per i sentimentalismi, perché un figlio è il dono più prezioso, e quando questo

ci viene portato via non rimane più niente, solo carta straccia. Ecco quindi perchè sulla

scena ci sono solo fogli stracciati, stropicciati come la vita delle protagoniste, che,

rovistando fra le cartacce, rovistando in quella che sembra una vita passata, la vita di

un‘altra persona, si trovano ricordi, oggetti che sembrano formarsi dal nulla, tutto è carta,

fragile ed effimera.

Le protagoniste entrano ed escono dalla grande casa fatta di legno e corde, che è immagine

di vita e di morte, di rifugio e di bara, di sorprese e di sofferenze, realizzando metafore di

vita e morte sempre diverse. Lo sguardo delle mamme in scena cade in certi momenti dello

spettacolo con forza ed efficacia su un pubblico partecipe e atterrito, che assiste alla loro

straziante vicenda non potendo fare a meno di provare compassione, partecipe dei loro moti

di rabbia e dolore, toccato dalla profonda lacerazione che le due attrici sono bravissime a

mostrare con il silenzio, con le parole, con gli sguardi, con i movimenti e con le espressioni.

Uno spettacolo strepitoso seppur duro e struggente, due attrici bravissime, un regista

coraggioso in uno spazio davvero suggestivo ed una scenografia piena di metafore: un mix

perfetto per regalare una serata di ottimo teatro, perché rappresenta una terribile realtà

senza volerla condire per forza con il romanzo e l’ironia. Si riflette, si partecipa al dolore e

si intravede, nonostante tutto, una speranza di rinascita e di coraggio.

In scena fino al 16 febbraio.

Claudia Belli

 

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